26.11.11

22.11.11

CROCI PERSONALI, E BACI


E' quella croce sul palco. La solita che ha mille sfumature diverse, anche oggi che torno da Vignola. Dicevamo che Cobain era un puro di cuore, non doveva spaventarci tutto quel dolore. Aveva biondi i capelli belli come un cristo rinascimentale, un filo di barba a volte lo facevano invecchiare. Fango e palco come nostro Signore. Al tempio spaccava i banconi nuovo punk dentro il tempo, era bello e violento il Signore Rabbioso, era bello e i suoi muscoli affilati. Lui era il Cristo fermato alla croce, tutta presa, quasi, il sacrificio dolore. A volte mi chiedo se possa l'arte prendersi gioco della vita personale, quella individuale, se possa diciamo stare pura - come senza peccato, come ferma in giardino immacolata. Ma scartare il verso è impossibile dal resto - la tua biografia, la sua, e la mia. Così bisogna fare dei conti, ricordare il divorzio e la fuga, la malattia l'abbandono, la casa della nonna - oh riportami a casa, nonna. Non passerà mai. Ho il Mio dolore, hai il Tuo dolore. Loro il Loro - prendilo così. Dopo il palco, o sul Calvario, abbiamo tutti bestemmiato a nostro modo. Vieni a tuo modo, se capiscono o non vogliono farlo. Se non pensano alle cose, preghiamo. Con preghiere o canzoni o delle strofe. Siamo cristi sulla stessa legna, diversa è la ruggine sui chiodi.

LUCA CARBONI - CARBONI 1992


stare legati a una cosa è stare legati a nove pezzi, un disco. come essere impregnati di un libro che andava spedito dritto dritto. è qualcosa che si attacca ai finestrini, sul cambio, l'hai sui pedali della macchina dovi ci metti i piedi come i minuti, un disco. c'è la città fuori che promette e mente, sembrava pulita ma la vedi, sono mille ancora le sbarre alle finestre. c'era la collina.
scorre la stagione, anni ventiquattro l'anno scorso. il tempo passa, passa come storie d'amore non finite. non passa il grido dell'amore, c'è bisogno di amore cazzo e nessuno che ti frega. c'era tutta la notte buia e molte strade.

13.11.11

"CHE E' QUASI RICORDO, E IN ODOR DI PASSATO"

Perché rimanere a pensare quando il giorno è quello dopo. Capita solo a volte. Ascolto gli S.C.U.M., molto bellini, sembrano gli Horrors. Li andremo a vedere. Bologna Bologna ma quanto tempo. Ero più giovane tre mesi fa, ieri l'ho visto finalmente. Ho perso il coraggio di comprare i maglioni dai banconi. Quelli colorati, fanno bello il mercato dove la roba costa poco. Forse anch'io ti ho un po' invecchiato, sembravi più cauto davanti alle magliette. Ne hai presa una bianca. 
Poi sulla via principale a camminare fantasmi. Vetrine e gente, luce artificiale. Noi come stranieri antichi, non era nostra la città del viale. Si cercava il treno silenziosi. Le vie traverse per tornare al porto, poi piazza Marco Biagi.
Quando il giorno è quello dopo, capita a volte. Che i ricordi dei passi nel mercato, il caffè dalla stazione, tornino puliti e precisi come un'ora. Fotografie antiche 24 ore danzano fluttuanti come tastiere,  sono nuove atmosfere. Cantano e si stanziano gli istanti a rivederli. Chi sa poi perché si piange.