27.4.11

ma la notte, la notte è tua

NOTTE PROVINCIA: TERZA RECENSIONE

Una recensione di Notte provincia curata da Costantino Belbo, studente di letterature straniere.


La lettura della raccolta di poesie Notte Provincia (2011), seconda fatica poetica del modenese Giorgio Casali, scivola via rapida e scattosa lasciandosi alle spalle una scia del proprio passaggio. Ecco dunque che la caratteristica principale del testo risulta essere un’immediatezza, un’emergenza comunicativa che non oscura, a parte qualche esempio isolato, la ricerca studiata di modalità espressive pertinenti ai temi trattati. Temi trattati che, come si vedrà più avanti, oscillano con delicato equilibrio tra la coppia di figure femminile – la notte e la provincia – protagonista e, a volte, compagna della voce poetica in questione.

In Notte Provincia, i due soggetti poetici si divertono a (s)cambiare forma, figura e significato: ora culla, ora amante vogliosa, oppure viaggio, madre premurosa e ancora nemica. La notte e la provincia si compenetrano, si sfiorano e si avvicinano lasciando forse intendere quanta ricchezza e quanta umanità sia possibile trovare nel nocciolo del buio oppure ne la tua terra buona. Casali, ancora una volta abilmente, racconta le piccolezze della terra che gli appartiene, le sue contraddizioni e le nevrosi che qui hanno trovato radice, scavando quella terra che l’asfalto ha lasciato intatta. L’io poetico sembra suggerire come la notte sia il momento privilegiato in cui ascoltare la terra, in cui curiosare nella propria coscienza, in cui interrogare il dolore e ricordare un’infanzia di viaggi lunghissimi dentro cinque o sei chilometri; ecco dunque che il narratore delinea alcune delle molteplici anime della Notte Provincia – a questo punto un soggetto definito, unico e monolitico –, delle sue profonde ambiguità che si celano sotto apparenti piccolezze e una semplicità ingannevole. Eppure, in linea con la falsa semplicità che racconta, Casali sgrava le proprie poesie di ogni intento didascalico o moraleggiante:


questi versi provinciali si leggono
come un romanzo, ma senza morale.
leggili come se fossero preghiere,
come un inno alla tua terra,
di notte, collina


Eppure, nonostante la ricchezza e la complessità degli argomenti trattati, il vero successo della raccolta risiede nell’indovinato stile poetico e serbatoio lessicale che combacia alla perfezione con i temi del testo. Facendo della semplicità e dell’urgenza comunicativa un caposaldo della propria scrittura, Casali è in grado di porre in risalto in maniera ancor più evidente la caratteristica principale della sua “notteprovincia”: l’essenzialità.


uso la biro come un pennello
in pochi versi
dipingo l’essenziale

Ma nel corso dell’opera poetica, il concetto di “notteprovincia” si allarga rivelando i propri aspetti più complessi e dolorosi, i risvolti esistenziali nascosti da un sottile velo di semplicità. A tal proposito, una delle poesie più riuscite e esplicative recita:


siamo abituati ad uscire quando ci pare
siamo assuefatti a riuscire a cavarcela
sempre da soli: però ne vedi di gente
che si vuole bene. io vorrei darti
finestre spalancate, passi a pochi metri
dai precipizi delle mie colline

Infine, la conclusione della raccolta poetica è affidata ad un suggerimento (probabilmente che la voce narrante rivolge al poeta stesso) che cela una necessità tanto artistica (“continuare a fare un album di verità piccole”) quanto a più ampio respiro in cui il poeta sembra legarsi in maniera sincera e spontanea ad un (non-)luogo materno e sessuale al contempo:


Continueremo ancora un poco
a girare cercando segreti
facendo un album di verità piccole.
Saranno ancora colline notturne
stabili e dolci, ospitali e solitarie.
Notte provincia: un po’ madre
e un poco amante …

In questa poesia conclusiva è dunque condensata gran parte della raccolta Notte Provincia in cui la semplicità e l’immediatezza dell’arte poetica di Casali sposano le piccolezze di una terra complessa che, come ci suggerisce l’autore, si capisce meglio di notte.

Costantino Belbo

25.4.11

LA PRIMA VOLTA

per Claudia, estate 2010



vengo a prenderti stasera, questa notte alle due quando finisci il turno. sarai bella, truccata alla buona davanti allo specchio del posto in cui lavori. starò fuori ad aspettarti in macchina, ritarda pure, non ho fretta: starò aggiustando anch’io i capelli, tirerò la maglietta per farla scollare davanti come va oggi. starò fuori, ma non sarò puro: avrò l’anima bagnata di orgoglio, orgoglio accumulato, e vizio. l’anima frizzante di chi ride dell’amore. anima moderna e letteraria, sempre in tiro, poco sincera. poi uscirai dal portone, lo lascerai dietro senza sbattere, tutto con calma, neanche tu hai fretta. adesso però mi fermo, non sono un indovino. la scaramanzia è il sacro che mi resta. potrà essere ancora tutto nuovo. che tutto succeda come la prima volta. quando gli anni erano pochi. davanti promesse. la prima volta.

17.4.11

[FIORI DI CAMPO GIALLI E FILI D'ERBA]


Fiori di campo gialli e fili d'erba
per caso hai lasciato sul mio tappetino.
Ora si seccano per terra come quelli
che si appiattivano nei libri da bambino.