28.2.12

ORECCHINI

incatenati al Tempo,
abbiamo orecchini che ci traggono alla terra
e andiamo sbilenchi appesantiti sempre:
di nuovo rincara il costo del petrolio.

27.2.12

Un po' di verità per favore
sul mio corpo che non ha la risposta
dell'anima persa che male.

19.2.12


Ed entrò di nuovo a Cafarnao dopo alcuni giorni. Si seppe che era in casa e si radunarono tante persone, da non esserci più posto neanche davanti alla porta, ed egli annunziava loro la parola. Si recarono da lui con un paralitico portato da quattro persone. Non potendo però portarglielo innanzi, a causa della folla, scoperchiarono il tetto nel punto dov'egli si trovava e, fatta un'apertura, calarono il lettuccio su cui giaceva il paralitico. Gesù, vista la loro fede, disse al paralitico: "Figliolo, ti sono rimessi i tuoi peccati".
Seduti là erano alcuni scribi che pensavano in cuor loro: "Perché costui parla così? Bestemmia! Chi può rimettere i peccati se non Dio solo?". Ma Gesù, avendo subito conosciuto nel suo spirito che così pensavano tra sé, disse loro: "Perché pensate così nei vostri cuori? Che cosa è più facile: dire al paralitico: Ti sono rimessi i peccati, o dire: Alzati, prendi il tuo lettuccio e cammina? Ora, perché sappiate che il Figlio dell'uomo ha il potere sulla terra di rimettere i peccati, ti ordino - disse al paralitico - alzati, prendi il tuo lettuccio e và a casa tua". Quegli si alzò, prese il suo lettuccio e se ne andò in presenza di tutti e tutti si meravigliarono e lodavano Dio dicendo: "Non abbiamo mai visto nulla di simile!".
Marco 2, 1-12

15.2.12

IL BISBIGLIO DELLA PRIMAVERA

È il bisbiglio della
primavera: sospetta
dove la neve già si scioglie.

È nuovo il ciclo, quello
leggero: passano un poco
stagioni di gelo.

9.2.12

L’ARRABBIATO


Sono morto incazzato, fanculo, questo legno non dà spazio. Manca l’aria dove sono, mi chiedo come faccia ancora a respirare. Niente sento oltre i pianti di vedove innamorate, singhiozzano sempre, ancora. Che fastidio con i  grani dei  rosari. Che dolore, nessuno che piange sulla mia casa. Dico sopra la mia terra. Fanculo, ero così male? Se m’avessero messo i tappi non sentirei quei pianti. Ma no, non è l’invidia. Il fatto è che non sopporto la gente, non l’ho mai sopportata. Quella che piange poi: piena di problemi, e tutta quella voglia di associarsi, di parlare. No. Io stavo da solo nella mia casa in centro. Io stavo chiuso nel mio giardino: erano mie le rose. Se potessi, guarda, metterei un cartello al posto della croce: alla larga, proprietà privata. 

2.2.12

PIENO DI BENZINA



Altri libertini molto più cretini
spendono il mattino a pensare al pomeriggio
e il pomeriggio cosa fare dalle dieci:
in che locale parcheggiare, in quale poi scopare
senza coscienza del chilometro che scorre
dell’usura angosciante del tempo sui riflessi
dei muscoli e del cuore
o la gravità che sta dietro al fatto
di riempire il serbatoio di benzina.