30.8.12

NON DURERA' LA COLLINA

per don Ottorino

L'ho visto nei suoi fianchi: non durerà la collina, 
proprio quella dove ieri sono andato 
così scura e sinuosa, sì, sensuale
notte della notte che stasera rivado,
ributto il volante e cerco un riparo. 
Dovrò staccarmela di dosso al capezzale, 
dovrò piangerla come ha fatto tuo padre.
Dici non fa bene preoccuparsi del lontano, 
che rischia ogni germoglio di seccare.
Ma vanità, oh vanità di tutto, 
dimmelo chiaro, cosa posso fare. 

25.8.12

20.8.12

CRACOVIA

Ma tu strapperai queste dita
accartocciate alla moquette dell'albergo,
quasi fuse con la polvere
portata dalle scarpe, che porta l'asfalto,
l'ulteriore periferia cittadina;
artritiche dita dei miei piedi
congelate, doloranti
come al pavimento affezionate:
le strapperai, tu le farai spiccare...

QUALCOSA CHE RUSSA

oh, l'anticamera d'inferno: il sonno mancando, qualcosa che russa disturbando il silenzio, pascolo erboso che vorrei riposare. oh, la gratia non piena: un balcone preponderante sul buio. la campana là in alto non suona. oh Cracovia, oh Czestochowa: passano gli anni in un giorno solo, perdo ancora il sonno, ancora. ma io dormivo, sapevo dormire: non li temevo i terrori della notte. non temevo. e se temevo, c'era a letto mia madre: dormivo, perché ero un bambino.

19.8.12

Né avrebbe ella saputo dire, nella sua semicoscienza, quale offerta ella faceva di se stessa né e a chi. La cosa accadde all'improvviso, e le venne, più che dal suo spirito, dalla sua carne tribolata. La compunzione che le aveva per un momento acceso in cuore l'uomo di Dio, le restava ormai come un dolore in mezzo agli altri dolori. Il presente lo sentiva come un'angoscia totale. Il passato era una nera voragine. L'avvenire, un'altra voragine. Il cammino che gli altri fanno a passo a passo l'aveva essa tutto percorso già: per quanto umile fosse il suo destino, in confronto di tanti peccatori leggendari, la sua segreta malizia aveva esaurito tutto il male di cui era capace, ad eccezione di un solo (l'estremo) peccato. Fin dall'infanzia tutte le sue esperienze s'erano coordinate alla ricerca di lui, ogni delusione non era stata che un pretesto a una nuova provocazione.
Perché essa lo amava.
Non è nel branco degli agitati che fanno stupire il mondo col rimbombo dei loro misfatti, che l'inferno trova la sua pastura. Né i più grandi santi sono sempre i santi dai gran miracoli: il contemplativo ha vita e morte ignorate. Parimenti, anche l'inferno ha i suoi chiostri.
Georges Bernanos, Sotto il sole di Satana, dall'Oglio editore, 1965

13.8.12

INSTAGRAM /2

e non sei più bambina 
se proteggi i due bambini
soltanto è quello che si vede
dalla filigrana 
e denti da cavallo
sorridi

10.8.12

SAGRE CUI NON SI VA

to P.

Appiccicaticcia faccia alle ore ventidue; l'estate delle sagre cui non si va. Pusillanimi stanchi, le cosce tirate: metto Battisti ma tu non ascolti. C'è un balcone dopo, dà sull'erba gialla già strinata. Campi persi di grano le campagne, le ho viste oggi, caldo ma non è l'inferno. E' l'ora di purgare qualche vanità; purgare: e mi dico che non vivo. Ma lei s'avvicina di già, trasfigura la sua timidezza in improbabile espansione; vivo: il prezzo d'incarnarsi dentro questa eternità. 

2.8.12

CARTOLINE TOSCANE

...riappacificare
ciò che so con la testa e con il cuore
a diventare con lo stomaco
metabolismo, bile...

Per quanto mi riguarda, le montagne stanno lì ferme da quasi vent'anni. Lì perfette che guardano il mare, indifferenti ai cambi di regime, alla borsa se cade o se sale: marmoree, scultoree, imponenti. Dominano, dietro i boschi preda spesso d'iconoclastie piromane, dominano. Non sto male se guardo tutto in faccia il loro ostentare, naturale ostensorio, sapientissimo scolpito corpo. Muove solo una bandiera tricolore, qualche bagnante: il resto è pace, silenzioso ordine immutante. 
Scenda su di me Signore
la tua pace quando dormo
Resurrezione...