26.9.12

RIEPILOGO SERALE (DOV'ERAVAMO RIMASTI)

to G.

sono andato in bici a prendere un'amica, poi siam stati verso le salse a nirano (solo la prima salitina), cambio della bici prima e io tiravo con la city, anche lei ci dava andando su, imparando le marce, e poi tornando a casa, piegata, le mani basse sulle corna io dietro, poi davanti mi giravo e uoo guardavo la scollata poi di fianco, e lei che diceva andando si sta tutti attaccati all'asfalto, così si va forte a filo di terra. chiaro che il tempo non era dei migliori infatti ha cominciato a piovere quasi in campagna, così siam stati mezz'ora sotto il portico a fumare una camel che lei teneva di scorta chissàcome e son tornato a casa con il buio. mona che passava in macchina di fianco e iniziava a insultarmi gridando le luci cazzo comprati le luci, poi voleva darmi un passaggio e io lo mandavo a cagare che rovinava il mio tempo e poi pioveva ancora e pedalavo pedalavo che era buio, l'asfalto bagnato schizzava sulla schiena, la mia maglietta gialla, casa casa, ora sì ci siamo. 

25.9.12

una poesia di anna ruotolo


È così che un giorno si smette
di scrivere per qualcuno
non fai che come navi
che si ritirano
o i funghi di ombrelloni
che si abbattono.
È così che ti poggio come un fiore
sulla strada
e ti prego di prendere radici
per te stesso,
fino a quando
ripioverai sulla mia faccia
da un portone malchiuso
con le tue braccia di foglie
con le tue mani di poesie.
Anna Ruotolo, Secondi luce, LietoColle, 2010

23.9.12

di buon mattino...

O Gesù, nascosto nel Santissimo Sacramento dell'altare, Amore mio e mia unica Misericordia, Ti raccomando tutte le necessità della mia anima e del mio corpo. Tu puoi aiutarmi, poiché sei la Misericordia stessa, in Te sta tutta la mia speranza.
Santa Maria Faustina Kowalska, Diario, LEV
Be'. Ecco la mia storia, professore. E' presto detta. Non faccio un passo senza Gesù. Quando mi alzo al mattino, tento soltanto di aggrapparmi alla sua cintura. Ah, certo, ogni tanto mi accorgo che ho staccato il pilota automatico e sto di nuovo volando da solo. Ma mi riprendo subito. Mi riprendo subito.
Cormac Mccarthy, Sunset Limited, Einaudi, 2008

22.9.12

poco più di niente


finiamo attaccati a uno sportello, il culo dove stanno i cd, i piedi sull'asfalto del parcheggio a cercare l'equilibrio. quando chiudi si inizia a tirare. non dissimuli neanche, non fai giochi. parli solamente di effetti, e di droghe. fumeremmo abbastanza, vale tutto il giro per sestola domani. tornerai con qualcosa, hai già il tuo compagno. com'è facile. come star male. ho anche studiato. 

18.9.12

È TUTTA UNA MORTE INVADENTE

anteprima da Sotto fasi lunari

Una morte, è tutta una morte invadente
insinuante le lenzuola da lì le nostre fibre
vedi ovunque l'invadenza, è sottile
l'angelo del male che ce la fa subire
in piccole dosi profondi respiri
solo cliccando navigando un poco
o girando i marciapiedi vicini.
[...] maledizione forse
è secondarlo il tempo
rincorrerne le corse.
Pierluigi Cappello, Le nebbie, Campanotto, 2004

17.9.12

una poesia di tommaso di dio

Fare l'amore fino a fare i figli. Addentrarsi
nella genuflessione. Dire prendo questo corpo
senza limiti; a furia di reni sfondare
il fondo cupo dei preservativi. La neve poi
che immerge ogni cosa. Palazzi, strade, ogni volto
oltre i fiumi immemorabili della storia.
Oggi volevo fare l'amore con te. Oggi volevo
sbranare la paura di essere solo due 
corpi finiti. 
Tommaso Di Dio, Favole, Transeuropa, 2009

14.9.12

ESALTAZIONE DELLA SANTA CROCE

Ce l'hai il tuo dolore. Che fai allora, 
lo porterai tutto da solo? 
Va solo scaricato il tuo dolore, 
va solo caricato.

(Ti saluto, o Croce Santa, che portasti il Redentor

Gloria, lode, onor ti canta ogni lingua ed ogni cuor.) 

12.9.12

... raccogliendo sassolini immaginari quando il gioco della notte va finendo, o far l'amore. mi schifa poesia da più di un mese, come loro abituato a quel bel niente ... brutta cosa la giornata uggiosa ...

10.9.12

UNA TARTARUGA

Sarebbe l'ultima domenica dell'estate, noi che sappiamo nel nostro paese quando cala il tramonto a settembre: dopo la festa, dopo che spengono i fuochi artificiali. Allora è un adieu la sigaretta, l'ultimo saluto prima dell'autunno, l'inverno terribile, la nuova primavera. Diventano nove le paglie bruciate, dieci forse: perché in collina ho mangiato il gelato, perché racconti dei capricci di tuo figlio, dell'amica tua pazza che è scappata. Anche il sole sembra tramontare, quasi le venti abbiamo ritardato. Ché poi si sente, è semplice l'amore: meno intricato delle parentele che rammenti; più come una tartaruga sulla strada, centenaria, sul lato della curva: la corazza indistruttibile: abbandonata: scendono persino dei ragazzi per curarla.

8.9.12

Vergine gloriosissima, che su questo colle di Fiorano vi siete degnata di innalzare il Vostro trono di misericordia, ove diffondete da oltre quattro secoli i vostri favori...

4.9.12

UN ALTRO VIVO NEL CIELO DA IERI

per Davide, Loris, Lelone

c'è un altro vivo nel cielo da ieri,
noi che sappiamo voleva del bene.
per mano agli angeli, alla Madre nostra,
c'è un altro vivo che guarda, che prega.

3.9.12

una poesia di carlo betocchi


O seppure, come in certe mattine,
provo un senso di calma in un'ineffabile unione,
non è più, come al tempo passato,
per quel rifluire nel cuore d'un sangue potente
di vasti possessi, ben certi, ancorché sconosciuti:
e mi ravviso in chi va con lenza
a pescare, e cui già il tempo si muta in instabilità.
Ché assai più della lenza io ebbi fin dalla nascita
per giocare a mio agio col tempo impossedibile,
la rete, dico, stillante, dell'eternità dell'anima,
cui è grazia la preda che resta, ed il tempo
che passa ha un altro significato.
Carlo Betocchi, Tutte le poesie, Garzanti, 1996

2.9.12

DACCI OGGI IL NOSTRO PANE QUOTIDIANO

Jezu, ufam tobie

Hanno ragione sul fatto della testimonianza, che molto tocca e ci contraddice. Però si aspettano siano i buoni a pregare, che solo i buoni possano inginocchiarsi: quelli con coscienza immacolata, quelli da rettitudine morale. Come Maria (però ne dimenticano il dolore). Perché inginocchiarsi, mettersi a pregare, non è un premio per la buona coscienza: la carità non è il regalo a punti del benzinaio. La cerchiamo sempre, più grande di noi. C'inginocchiamo perché non siamo santi, perché siamo indegni. Perché Lui è Santo, e Lui è degno: lo vediamo nel mattino, nelle colline; nel freddo improvviso alle mani a settembre, nella luna l'altroieri piena: dove tutto vive. Soprattutto, ne sentiamo la mancanza. Ne soffriamo il digiuno dopo giorni, la domenica mattina. Però Lui chiama in questa assenza: la nostra assenza, la nostra sufficienza. Nel nostro stare mezzi (mezzi pieni, mezzi veri) chiama ancora dentro il cuore, Lui soffia, comprende, dice: "Come hai fatto, vieni": noi, gli operai dell'ultim'ora, gli scandalizzanti che saremo sempre. Perché Lui è giusto, e Lui è buono: non è di questo che sono invidiosi?