30.10.12

SENZA MISERICORDIA APPOGGIARSI

Agnese Ramundo, Dormi, 2012

Guardando la sabbia dalla clessidra
senza misericordia appoggiarsi 
al lato opposto, oppure vederti crollare 
sulle ceramiche del nostro corridoio, 
anticipando il tempo o forse obbedendo
- un vizio che è nostro familiare - 
e solo immaginare con gli occhi tutto questo, 
e solo gridando col silenzio
'dall'assenza preservami Signore'.

24.10.12

[POI RIMANGO CON DENTRO UN MACIGNO]

Disegno di Nera Klean, 2010

Poi rimango con dentro un macigno
io legato gettato in mezzo al lago;
           senza lo spazio per boccheggiare,
dimeno qualcosa per sciogliere il legame.

22.10.12

QUANDO GUARDERAI SOTTO LE SUOLE

per Gio, il giorno della Cresima

tu cugino tieni duro. lo farai, fallo. se pestare gli scalini dell'altare sarà fango. se dovrai tirare conti, se vedrai sotto le suole un mondo più cattivo. lo dirai forse, Dio mio Dio mio, perché mi abbandoni? - suderai sangue. chiederai dov'è finito il riposo dei giusti. ma tu non staccarti, tira duro avanti. ricordati la mano sulla spalla, riprenditi negli occhi i nostri occhi. ricordati che Dio non abbandona, che il laccio è stretto, solo che vuoi strattona. lo stringo forte ancora. 

11.10.12

29 MAGGIO

(bella, ciao) #terremoto, Marco Manicardi, 2012
II.

la piazza Cavezzo che conoscevo
la piazza alle dieci e quaranta minuti
        venti persone soltanto
eppure sono l'unico che piango

le tende vicine dalla nuova palazzina
il porticato già tutto ammassato:

Rossano, fratello, dov'eri finito?
'pregavo in cappella coi vecchi alle otto
la Sara sta bene, mia madre è cascata'

spinge un vecchietto la bici
per strada

6.10.12

IL FINESTRINO ABBASSATO

D'ottobre a quell'ora c'era ancora luce. Il giovane stava accartocciato sul sedile a leggere un romanzo, caviglie strette, il finestrino abbassato. 
"Ti sembra? Starei qui alle sei del pomeriggio se guadagnassi qualcosa?"- Che non avesse i soldi che chiedeva gli risultava plausibile: neanche le sigarette teneva, strano, solo filtri e cartine nella borsa a tracolla comprata anni prima al mercato, un portafogli nero Diesel regalato a un compleanno tredicenne, non lo cambiava neanche a pagarlo. Lui un rumeno di circa quarant'anni, la figlioletta appresso, mal pettinata, mal vestita, mal curata. Si puntarono già da trenta metri. "Amico ciao, qualcosa per mangiare". 
Due chiacchiere bastarono, prese e se ne andò dal prete, quel vecchio, tirasse mai fuori due soldi, diceva disgustato.
Tornò che il finestrino era ancora abbassato. "Hai da accendere amico?" chiese porgendogli due Marlboro con gesto abituato. "Te le ha date il prete?" chiese quello che leggeva alle sei del pomeriggio. Uscì dall'auto, chiusa ben bene, sedettero sul marciapiede, parlando per spunti: l'avrebbero voluta entrambi l'Alfa rossa appena parcheggiata. Oh vanità del mondo. 
Buttarono insieme il mozzicone sulla strada. Era l'ora di tornare, leggere ormai non si poteva. 
Rientrò nell'auto, cercando qualcosa. "Tieni", gli disse, "questo è un regalo". Gli porse un libro che ormai ammuffiva,  spiegando che la poesia è la scrittura che va a capo, non come i libri normali, tutti pieni. "Questo si vende?", chiese. "Certo. Dieci euro un vecchio te li può dare. Che abbia le mani dietro la schiena, che guardi le cime e sia del paese. Oppure una donna, qualunque in strada. Ma non quassù, ché qui chi lo voleva l'ha già comprato." 
Il giovane si piegò per chiudere il cruscotto, dove ripose l'accendino. C'era una Madonna dorata in un buco, scolpita in serie, l'aveva scordata. "Portati questa" gli disse, "forse col prete fa da lasciapassare". 
Si salutarono con una stretta di mano. Lui spinse forte indietro la retro, l'uomo l'incitò a spronare il motore. Sorrise dentro il finestrino, due cose in mano. Con un poco poteva lavorare. 

4.10.12