27.2.13

MACCHINETTA

Tagliarsi i capelli quasi a zero
lasciarne meno in testa che dentro il lavandino
è come convertirsi, è come
ripartire dopo essersi guardati e dire
cavolo mondo m'hai fatto soffrire. 

20.2.13

[...] Intimorita non insisteva. Si affrettava a riportare gli sguardi sullo schermo, e d'allora in poi David era laggiù, al centro del grande, grigio rettangolo luminescente che occupava il fondo della sala, intento a accendersi una sigaretta con le mani inguantate, a ballare in smoking, a fissare occhi negli occhi donne bellissime, meravigliose, a premersele contro il petto, a baciarle lungamente sulla bocca... Il film la prendeva a un punto tale, insomma, che più tardi, al termine dello spettacolo, quando si ritrovava all'aperto, se David, insinuando un braccio sotto il suo facendo a un tratto la voce carezzevole, le proponeva per riaccompagnarla a casa il medesimo percorso che avevano compiuto all'andata, ogni volta, come svegliandosi di colpo da una specie di sonno, trasaliva con violenza. 
Giorgio Bassani, Dentro le mura, Mondadori, 1980.

17.2.13

... e nel profumo della tua vita voglio trovare l'energia per scommettere col male e col problema di esser viva


16.2.13

questo sempre lasciarsi identificare con chi perde: è quello offeso, quello oltraggiato che non sa camminare; riesce appena a barcollare. è quello brutto in classe liceale, quello che ha smesso di studiare ma muoverebbe montagne; chi può scoprirlo, chi lo capisce? 

13.2.13

[...]

Lord, I am not worthy
Lord, I am not worthy

                 but speak the word only. 

(T.S. Eliot, Ash Wednesday)

12.2.13

QUELLO CHE SI SBAGLIA

era cosa semplice: che il tempo scappava, non avevo dubbi. E tutto quel male che corteggiavo fino a sbatterlo nel letto, a schizzarlo sui muri a righe dell'appartamento, m'insegnava a morire, a soffrire ancor più con diffidenza: volevo fissare la luna coi chiodi nel cielo, tenerla lì sopra stuzzicante e piena di pillole anticoncezione, che ci fosse sempre in calore, senza invecchiare gonfia di femmina e di forme. ma le forme le ha perse e dove non c'è amore l'amore sfiorisce, lo ritrovo per caso smagrito al banco senza luce un anno come cinque invecchiato. e non serve ridare benzine stuzzicando poesie come olive al granparty, non serve l'ho visto se non l'ha questo spirito che piange dalla culla, scimmiotta l'estate costruendo il suo dolore da fiera, oggetto da esposizione il suo dolore ricercato che magari può piacere o darle tono tanto quanto il tacco come arzilla signorotta in cerca. ho perso tempo, ma non piango. che il tempo stia sotto, che sto guarendo, è cosa semplice imparare. 

9.2.13

MEMORIE DI SUPERFICIE

Tenevo un criceto sulla cassapanca,
ogni sera guardarlo intanare
dietro la scala di plastica verde;
dallo stereo Lou Reed stava stonando,
dentro il vizio di un fumo clandestino;
ricordo le ore
della lotta con lo specchio... quanto perdevo,
tanto puro e tanto sciocco.

Poesia: lei il premio di ogni umiliazione,

mistica gioia del tormento, salario...
sento ancora le voci straniere
delle parole dei miei vicini?
Quella purezza... quella magrezza...
ponti di festa di luce divina...

(Attaccamenti, 2010)

2.2.13

LARGO BOLOGNA

anteprima da Sotto fasi lunari

E la tua casa di due stanze in centro
e quel corpo rotondo e duro
e la luce che alle cinque ci sorprende
ancora mi chiedo: che faremo da grandi?

(altre poesie dalla prossima raccolta qui e qui)