31.5.12

DOLORE NOTTURNO

da Notte provincia

di notte il dolore perde molte dosi della rabbia,
diventa maturo, e saggio, cristiano.
non pesa la croce,
quella che di giorno preghi in aula
o dai banchi della chiesa.
non sono stati capaci di vegliare,
io sto sveglio ancora quanto posso

29.5.12

L'INNESTO

(da Attaccamenti)

Attàccati, dove puoi andare o stare fermo;
ché la noia ha pareti di cartone
e sembra roccia. Lascia un foro,
lì una foglia della vite aspetta dall'ingresso
farsi strada come edera gentile:
anche lo sporco desidera l'innesto.

28.5.12

"[...] Sono venuto a portare il fuoco sulla terra; e come vorrei che fosse già acceso! C'è un battesimo che devo ricevere; e come sono angosciato, finché non sia compiuto! Pensate che io sia venuto a portare la pace sulla terra? No, vi dico, ma la divisione. D'ora innanzi in una casa di cinque persone si divideranno tre contro due e due contro tre;
padre contro figlio e figlio contro padre,
madre contro figlia e figlia contro madre,
suocera contro nuora e nuora contro suocera".                           Luca 12, 49-53

Il padre e la madre si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e parlò a Maria, sua madre: "Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione perché siano svelati i pensieri di molti cuori. E anche a te una spada trafiggerà l'anima".
        Luca 2, 33-35 

26.5.12

SCOLLINARE

anteprima da Sotto fasi lunari

In fondo non mettevi molto tempo
a salire dalla bassa e scollinare
quando ti dicevano che come gli eremiti
bisognava andarsi a rifugiare
dove sono i versanti, o sotto le curve,
sopra le panche dei paesi abbandonati.

25.5.12

una poesia di sandro penna


Lungo il vecchio sobborgo

non vive malinconia.
Vivon gli stracci una vita gentile
indorati dal sole. E così sia.

 Sandro Penna, Poesie, Garzanti, 2000

CONFETTURA

Un tono da madonna del carmelo
le labbra ancora appiccicate
di marmellata,
la stagione d'albicocca
cominciata

24.5.12

LA MADONNA DEL PONTE VENERATA NELL'ORATORIO DI VIA GRAMSCI A FIORANO MODENESE


Nel Territorio Parrocchiale, tra gli altri, c'è l'oratorio detto "La Madonna del Ponte" (di fianco al torrente Corlo) in via Valle (ora via Gramsci). Questo oratorio, realizzato a spese del Marchese G. Lucchesini, nella prima metà dell'Ottocento, passò di proprietà alla famiglia Cuoghi (che fra gli altri aveva anche l'altro oratorio di via Gramsci, dedicato al Santissimo Crocifisso). L'oratorio è sempre stato fatto oggetto di culto e nel mese di Maggio si tiene il Santo Rosario. Fino al 1963 si svolgeva dal Santuario Basilica, fino a questo oratorio, la processione con infiorata nella via Gramsci nel giorno 3 maggio, dedicata all'esaltazione della Santa Croce.

Preghiera alla Madonna del Ponte

Dolce Vergine Maria, 
per la Vostra Immacolata Concezione,
per i vostri sette dolori, 
sette allegrezze,
liberateci dal peccato mortale,
liberateci dalle occasioni del peccato mortale,
liberateci dalla morte improvvisa,
liberateci da qualche cattiva disgrazia,
impetrateci un atto di misericordia, 
indulgenza plenaria 
in punto della nostra morte così sia, 
dateci la Vostra Santa materna benedizione.
Nel nome del Padre, del Figlio
e dello Spirito Santo.

AMEN

20.5.12

SHALL WE FINISH OUR GAME?

perché fu divertente sbalzare oscillare
come gioco di morte il male m'intriga che ha preso su questa
altalena di cadaveri a quindici chilometri
amici che dormono stanotte nei panni
costretti sui sedili posteriori
costretti a non fare conti stavolta
sui piani del nostro governo
sul suono delle nostre campane
mentre io che crogiolo ancora crogiolo non so
ancora bene che cosa pensare oppure
ancora se un poco afferrarmi alle corde giocare
sì ancora un poco dondolare

18.5.12

una poesia di fernando pessoa

La Chiesa materna coprì come campana
i miei giorni sereni.
La chiamo, adesso, a ragione, la Chiesa di Roma.
So più o sono meno?

Cabala, gnosi, misteri, massonerie
tutto ebbi in mano
nella ricerca ansiosa che empie le mie notti e i giorni.
Ma mai il mio cuore.

Di che fui diseredato dalla verità?
La mela diabolica
la mangiai, e sono altro, ma quanto?! Oh, la nostalgia
della Chiesa Cattolica!

Qualcosa in me si è rotto, come una mola
che cada male.
Da piccolo andavo, magnanimamente solo
senza nulla fatale.
Fernando Pessoa, Il mondo che non vedo, Bur Rizzoli, 2009

17.5.12

sono vecchio, basta poesie

HEAVEN KNOWS, HEAVEN KNOWS


ma il vecchio idolo che muore
tira fuori spesso bestemmiare.
è così semplice 
stare fedeli alla fine.
e peggio ancora 
una bottiglia vuota?
che non trovi soluzione
nei fugazi.
oh buio
     oh buio
ancora per un poco

ROLANDO RIVI


Anni fa venivo spesso qui, il tuo cimitero,
ma la tomba non l'ho mai trovata. Sei morto di croce
ma senza legno: coi chiodi e tutto, dentro.
Avevo un santino nel portafoglio, il tuo santino,
senza conoscerti ti pregavo.

16.5.12

RACCONTI DI UN PELLEGRINO RUSSO / 2


Quello che dico non viene da me, ma dal mio saggio starets defunto, o dai Padri che ho letto; e la preghiera interiore, che più di tutto illumina la mia ignoranza, non l'ho acquistata da me; è nata nel mio cuore per misericordia divina e grazie all'insegnamento dello starets. Ognuno può fare altrettanto; basta immergersi più silenziosamente nel proprio cuore e invocare un po' più il nome di Gesù Cristo, si scopre ben presto la luce interiore, tutto diventa chiaro, e in questa chiarità appaiono certi misteri del Regno di Dio. Ed è già un grande mistero, quando l'uomo scopre questa capacità di rientrare in sé, di conoscersi veramente e di piangere dolcemente sulla propria caduta e sulla sua volontà pervertita. Non è molto difficile pensare in modo sano e parlare con le persone, è una cosa possibile perché la mente e il cuore esistevano prima della scienza e della saggezza umana. Si può sempre coltivare la mente con la scienza o l'esperienza; ma dove non c'è intelligenza, l'educazione non giova a nulla. Il fatto è che noi siamo lontani da noi stessi e che non desideriamo ravvicinarci, anzi fuggiamo sempre per non trovarci faccia a faccia con noi stessi, preferiamo cose da poco alla verità, e pensiamo: mi piacerebbe avere una vita spirituale, occuparmi della preghiera, ma non ne ho il tempo, gli affari e le preoccupazioni mi impediscono di dedicarmi veramente. Ma che cosa è più importante e più necessario: la vita terrena dell'anima santificata o la vita passeggera del corpo per il quale noi ci diamo tanta pena? Così la gente arriva o alla saggezza o alla stupidità. 
dai Racconti di un pellegrino russo, Chirico 2004

15.5.12

DOVEVO ESSERE PIU' ACCOMODANTE QUANDO VOLEVI DIRMI

racconto fantastico

che andrai a Washington o me ne frega il cazzo dove di cosa per quanto a quanto orario salario responsabilità che cambiano il curriculum -e la vita?- e sì dai che forse arrivi il posto è giusto prestigio prestigio sono una macchina savoir-faire sono una donna ho preso il biglietto lo prendo tra poco l'aereo parte e chissà cosa chissà cosa sai che novità

13.5.12

CERCAVI SALVEZZA AL TUO BARCOLLARE

vengono a riconoscere che sei il creatore di tutta la natura e che perciò non esiste luogo in cui l'uomo possa considerarsi in tutto separato da Te.
Agostino

come se a volte tutto resta intellettuale, astratto. la forma è solo quella delle idee, ma le idee non parlano. la storia di ogni cosa perde quasi storia, come non valesse alcuna pena raccontarla: così Sanguineti lo ricordo, un esercizio gagliardissimo di niente, del non rilevante. capita che a furia di gerarchizzare si perdano tutte le importanze, ogni storia concreta, e mi ritrovo solo, e non mi conosco: allora ho paura, non mi scuoto. le cose zittiscono se restano lontane. come un muro tra il mondo e l'altro: ciò che non si incarna non parla, Dio pure. ma ieri al rosario stringevo il rosario: ridevo dopo con te, ero riportato alla realtà: prima no, non riuscivo: perdonami cara. 


11.5.12

una poesia di vittorio bodini


Nulla nella natura ama la morte.

Neanche la gazza che i fanciulli chiudono
in un orcio, per insegnarle qualche parola
da insensatamente ripetere;
e i cipressi s'allungano incredibilmente
per non sentirla, nel mattino agghiacciato
ma quest'unto di veglia, o di quella cosa, 
che abbiamo addosso
che ci sentiamo dentro non va via. (Si vedesse
una rondine in giorni come questi!)
Vittorio Bodini, Tutte le poesie, Mondadori, 1983

10.5.12

CAPELLI MOSSI

Ballerai sul palco dove suonerò la chitarra
nirvana, about a girl, gli aristogatti.
Se mi parlerai, se lo farò io,
sfiorare almeno quei tuoi capelli mossi.
Innamorarsi è la parte più bella
e più finta insieme.

9.5.12

devozione di maggio


Madre di Dio e dei suoi figli
Madre dei padri e delle madri
Madre, o Madre o Madre mia,
l'anima mia si volge a Te.


All'approssimarsi del mese di maggio, consacrato dalla pietà dei fedeli a Maria Santissima, esulta il nostro animo al pensiero del commovente spettacolo di fede e di amore che, fra poco, sarà offerto in ogni parte della terra in onore della Regina del Cielo. E' infatti il mese in cui, nelle chiese, negli oratori e nelle pareti domestiche, più fervido e più affettuoso dal cuore dei cristiani sale a Maria l'omaggio della loro preghiera e della loro venerazione. Ed è anche il mese nel quale più larghi e abbondanti dal suo trono affluiscono a noi i doni della divina misericordia. Ci riesce pertanto assai gradita e consolante questa pia pratica del mese di maggio, così onorifica per la Vergine e così ricca di frutti spirituali per il popolo cristiano.

dall'Enciclica Mense Maio di Paolo VI, 1965.

8.5.12

CONATO

da Attaccamenti

Come note che non si stringono
immagini mi gusto sulla lingua;
           che non lasciano l'attacco salivale
ma inebriate di nevrosi nascondigli;
l'inchiostro spazienta al mio conato.

6.5.12

5.5.12

QUANDO IMPARANO CHE MIA SORELLA È IN CONVENTO

e vuole farsi suora, per un attimo si prendono il pugno. Poi riflettono un secondo, tirano l'aria, e mi dicono cose del tipo se è la sua strada o se così si sente benealmeno aiuta chi ha bisogno, quando spiego che non si tratta di clausura. Per loro è difficile fare conti del genere, dev'esserci sotto per forza qualcosa. Allora riducono il convento a una forma più radicale di bontà, che tua sorella è brava, e si sentono meglio, fa meno male il pugno. Mia sorella sta giocando tutto il tempo, e poco dopo i venti, è in convento: porta a chi muore la santa Comunione. Torna un poco a bruciare quel pugno: ché lei è pazza, o c'è un Dio risorto, che menata. 

3.5.12

ASTENSIONE

da Notte provincia

Non cerco più le prove che i governi mentono
semplicemente passo, mi astengo,
non miro a una cabina
e cerco di dormire

2.5.12

COSE RIMASTE DALLA GITA-PELLEGRINAGGIO AL MONASTERO DI SAN GIULIO E ALTRE CONSIDERAZIONI RUBATE

Isola di san Giulio, il monastero Mater Ecclesiae. Un'isola sul lago, il cielo è un bel tempo e subito il don risponde alla mia domanda: se nella vocazione del monaco è compreso l'amore per il luogo particolare, il posto incantato di silenzio. L'innamoramento, dice il parroco, è doppio, nasce insieme: Dio e il lago, Dio in quel lago. Antichi ordini monastici come i benedettini sono infatti legati ad un luogo preciso, il posto è scelto: non come i preti diocesani, non come i carabinieri. 
Pregano mirato le monache, qualcuna legge il giornale: sanno cosa serve chiedere. E c'è chi giunge alla riva ogni tanto, e bussa alla porta: ha tribolazioni, i propri dolori, e chiede preghiere; a tavola, di sera, le monache discutono, organizzano il tempo anche per quelle preghiere. E regna il silenzio: non è quello dell'assenza, non è il totale mutismo; pregano sempre come diceva Paolo: dal coro, in cella, al lavoro. Evitano il chiacchiericcio inutile, le parole vuote, i pensieri vuoti. Ognuna ha un compito e il suo talento, sono donne. Come nei Racconti del pellegrino russo: la preghiera a Cristo è perpetua. 
La novizia è giovane, è bella. Ha trent'anni, è di Carpi: non è entrata con peccati mortali, amori burrascosi, brutte storie da eliminare: suonava le canzoni in parrocchia, ha visto il monastero: ora canta di giorno e di notte, lodi ora sesta, vespri e compieta, mattutino. La semplicità e l'amore scandalizzano i sapienti.
Quel giorno la Chiesa pregava per le vocazioni, ma cosa sono? Tu prete, io frate, lei sposa? Anche, ma già sapevamo. La prima vocazione, di tutti, è più semplice: Dio ci ha creati per conoscerlo, amarlo e servirlo in questa vita, e per goderlo poi nell'altra, in paradiso. E' così che siamo uguali, non grazie a legge positiva. Scriviamolo nel cuore e nella testa, diciamolo agli amici: è questa la nostra vocazione, la chiamata di tutti, la prima, il compito lo scopo di ciascuno: tuo mio del Papa del dalai lama. Convertiamoci, la salvezza ha un nome: Gesù Cristo, scriviamolo nel cuore e nella testa, attracchiamoci: a Lui solo. Il resto lo sappiamo che non serve: motoscafi ben legati al molo. Lo sappiamo? Tradire la prima vocazione è tradirsi come persona: è mancarsi, condannarsi; è rimanere orizzontali: lo dicano i giornali che leggete, che vi lasciano a terra abbandonati: non basta essere buoni; tutti, anche loro, devono servire Dio in questa vita, e goderlo adesso, e in Paradiso.  
L'altra monaca era dopo i quaranta, autorevole, da vent'anni dentro: prega e lavora, e non ci sono storie. Il parroco dice che il monaco è solo un cristiano più integrale: tutti infatti dobbiamo pregare, confessarci, comunicarci: preti mogli calciatori disoccupati: solo in Dio siamo uguali, da subito di Dio siamo capaci: ci hai fatto per te. O siamo creature così monche da credere nel caso? 
E' maggio, è il mese di Maria.